Workshop di tre giorni presso International Salento Gestalt Summer School
Training estivo per psicoterapeuti in formazione
Prenotazioni e contatti: Istituto Gestalt Firenze
Quando osserviamo la bellezza della natura che ci circonda e lasciamo che veramente questa visione ci permei, è piuttosto frequente sentire la risonanza interna che questa genera in noi: quanta emozione può suscitare la corsa di un ghepardo o il silenzio di una foresta selvaggia.
Gli stessi meccanismi di crescita delle strutture biologiche a spirali logaritmiche, che rimandano alle scoperte del matematico di Fibonacci, dai gusci delle lumache, alle conchiglie marine, ai fiori di girasole alle spirali con cui i rami nuovi producono le loro foglie, evocano una profonda meraviglia.
Ma cos’è che definisce la forma?
La risposta è la funzione: un corpo si struttura in un certo modo in base alla sua funzione: perché l’orecchio è fatto proprio così? E il cuore? E così via.
La biomeccanica è dunque lo strumento attraverso cui si costruisce la forma e la biomeccanica è riconducibile alla bellezza/armonia della forma stessa.
Non solo: come mai un evento meccanico come il battito cardiaco, un muscolo che si contrae ritmicamente, suscita emozioni? Che correlazione esiste tra la biomeccanica del muscolo cardiaco e l’emozione che provo quando rivedo la persona amata? Camminare, respirare, correre, muoversi nello spazio, avvicinarsi agli altri, farsi avvicinare, esprimono aspetti profondi dell’essenza umana che sono strettamente correlati a come siamo fatti. E ancora una volta: non solo!
La struttura è generata dalla funzione e ma cos’è la funzione? Possiamo rispondere che è movimento. E qui si possono aprire infiniti discorsi intorno alla costatazione che la vita, in ogni sua espressione, è movimento.
È dunque interessante poter inserire nel lavoro della psicoterapia una particolare attenzione a questi aspetti, come l’armonia/disarmonia, prima di tutto perché risuoniamo con l’altro e questa è una dimensione che va oltre la mente e il capire, ma anche perché lavorando attraverso il corpo e la sua funzionalità si può cambiare l’esperienza interna nella direzione della propria natura più profonda in un approccio autenticamente esistenziale che incontri l’altro nella sua interezza.