Persino attraverso la lente impietosa del mio scetticismo scientifico non posso non rilevare un beneficio soggettivo nella mente e nel corpo. La riappropriazione del tempo e degli spazi, l’infrangersi dei filtri di giudizio sul proprio comportamento, la connessione delicata con persone estranee. La calma. E poi le emozioni percepite nel fisico che variano. l’ansia che manca. quella voragine in epigastrio che sa di vuoto e caduta che é invece colma. La sensazione di essere ovunque nel proprio corpo, pieno. Come in uno spasmo di metamfetamine ma dolce e presente. Il ritorno allo spazio del gioco e del movimento.